Io, Eugenio Patanè e Camus

eugenio patanè e camus

“C’è la bellezza e ci sono gli umiliati. Qualunque difficoltà presenti l’impresa, non vorrei mai essere infedele né ai secondi né alla prima”. Albert Camus

Quando trovi una frase che ti rappresenta, poi, non te ne liberi più. Questo, almeno, è quanto è accaduto tra me e Albert Camus. L’ho eletta mia, ne ho fatto quasi un motivo personale, l’ho messa persino come copertina del mio profilo personale su Facebook. Il mio entusiasmo traspare sempre, soprattutto quando voglio raccontare le emozioni e i valori che una citazione, per me, veicola. Non è una frase facile, è tanto ermetica quanto suggestiva, per questo passo ore a spiegarla al mondo, alle facce dubbiose di amici e conoscenti, che si fermano a guardarmi con sguardo perplesso.

Devo anticiparvi che per me Albert Camus rappresenta un grande autore, una penna ruvida ed incisiva del ‘900. Un uomo dallo sguardo severo e senza filtri nei confronti di una società sgretolata, in crisi e afflitta da immensi dolori. L’immagine è inevitabilmente distorta da una lente che vuole sensibilizzare nei confronti dei più deboli, delle vittime di tanti scempi e crudeltà.

Se contestualizziamo la prosa e gli scritti di Albert Camus, si può iniziare a comprendere l’alto valore della sua frase. Non lasciatevi ingannare dalle due parole: bellezza e umiliati assumono delle accezioni molto più grandi.

Non parlo di bellezza intesa come valore estetico, come ciò che piace alla collettività perché rispondente a chissà quali canoni. Bellezza è arte, bellezza è cultura, bellezza è storia, bellezza è natura, bellezza è tutto quello che accompagna il cammino dell’uomo da sempre. Bellezza è anche Roma, la nostra meravigliosa città, dove ogni scorcio sa emozionarti, dove puoi perderti tra monumenti eterni e atmosfere magiche.

E poi voglio parlare di loro gli umiliati, che alla fine siamo tutti noi. Chiunque ha vissuto momenti in cui si è sentito vittima di discriminazioni, situazioni in cui siamo stati noi i più deboli, magari derisi e messi da parte. Siamo umiliati perché abbandonati da chi dovrebbe pensare al nostro benessere, da chi dovrebbe rivestire ruoli ufficiali e garantirci uno scudo protettivo. Siamo umiliati quando veniamo ingannati, quando chi dovrebbe far sentire la nostra voce decide di silenziarci.

Ecco, spero di avervi fatto conoscere un’altra parte di me, quell’Eugenio che inevitabilmente è anche Eugenio Patanè politico, che agisce ogni giorno per difendere bellezza ed umiliati.

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